Decreto Cittadinanza: "Cara Italia, non ti dimenicare di noi"
- FLAVIO BELLINATO
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«Ciao, sono Daniela. Sono nata in Messico, sono di origini calabresi di terza generazione e mi sento 100% italiana. Cara Italia, non ti dimenticare di me, perché io non mi sono dimenticata di te.»
Queste parole, pronunciate con emozione, semplicità e in un italiano perfetto da Daniela Zumpano, Consigliere del Com.It.Es. (Comitato Italiani all’Estero) del Messico, racchiudono lo spirito di milioni di italiani nati oltre confine: un senso di appartenenza che va oltre le distanze geografiche e oltre le generazioni.
Ed è proprio pensando a loro – ai figli, ai nipoti, ai pronipoti degli italiani emigrati – che risuona forte il dovere di riflettere sul recente Decreto Legge che introduce nuove limitazioni alla trasmissione della cittadinanza italiana iure sanguinis.
Il decreto è ormai legge. Tuttavia, prima della sua approvazione definitiva, avevo condiviso pubblicamente una riflessione che ritengo ancora oggi attuale.
La comunità italo-discendente del Paese in cui risiedo, la Repubblica Dominicana, ha rappresentato – e probabilmente rappresenta tuttora – tra il 40% e il 50% degli iscritti all’AIRE. Parliamo di famiglie storiche, di cittadini attivi, che mantengono vivo il legame con la cultura e l’identità italiane.
È comprensibile l’intento del legislatore di rafforzare il legame sostanziale tra l’Italia e i nuovi cittadini, contrastando eventuali abusi. Tuttavia, rimango profondamente perplesso di fronte alla parte della legge che limita la cittadinanza alle future generazioni di chi è già italiano per diritto di sangue.
Non possiamo riscrivere la storia a posteriori, né introdurre criteri arbitrari che penalizzano chi, pur nato all’estero, coltiva un’identità italiana autentica e viva.
Penso, ad esempio, al ruolo fondamentale svolto da istituzioni associative come Casa de Italia, che ha visto protagonisti molti italo-discendenti nella battaglia per la riapertura della nostra Ambasciata a Santo Domingo. Persone che non possono essere dimenticate.
La cittadinanza non è soltanto un timbro o un documento. Probabilmente bisognava trovare un punto di equilibrio tra chi, furbescamente, è interessato solo a ottenere un lasciapassare quasi mondiale per varcare confini altrimenti difficili da superare, e chi invece porta con sé l’Italia non solo nel sangue, ma soprattutto nell’anima.
La cittadinanza è riconoscimento, identità e appartenenza. Caratteristiche difficili da misurare quando ci si trova di fronte a generazioni figlie di storie di migrazione forzata dal Belpaese.
E, come ci ha ricordato Daniela: “Italia, non ti dimenticare di me…”
FLAVIO BELLINATO
Italiani Oltreconfine